Con la prospettiva delle elezioni del 2025, Borbey e Stella Alpina mirano, con Pour l’Autonomie, Rassemblement Valdôtain, La Renaissance Valdôtaine a riavvicinare i cittadini alla politica, lavorando per un’autonomia che sia veramente rappresentativa e utile per tutti i Valdostani
In questa intervista, Ronny Borbey, segretario del partito Stella Alpina, risponde alle recenti accuse del centrodestra, e non solo, di incoerenza e opportunismo politico. Borbey spiega la visione del suo partito per l’autonomia valdostana, sottolineando l’importanza di un dialogo costruttivo con il gruppo di opposizione altre forze politiche, anche di minoranza. Illustra il progetto di un “cantiere politico” avviato con diverse forze autonomiste, volto a preparare un programma per le prossime elezioni del 2025. Con fermezza, ribadisce che l’autonomia è un patrimonio collettivo da valorizzare e che Stella Alpina intende lavorare per un futuro inclusivo e rappresentativo, senza rinunciare ai propri principi.
Ronny Borbey, negli ultimi giorni siete stati attaccati per la vostra scelta, qual è la sua risposta a queste critiche?
“Stella Alpina ha per finalità la tutela e il rafforzamento dell’Autonomia speciale valdostana. Dalla nostra fondazione, avvenuta nel 2001, abbiamo sempre lavorato per raggiungere questo scopo. Ciò che i critici non comprendono è che la nostra posizione si colloca al centro della politica, in un’area autonomista liberale, popolare e riformista. Non consideriamo l’autonomia un bene privato, ma un patrimonio che appartiene a tutti i Valdostani. Credo sia importante rispettare chi ha combattuto per ottenerla e riconoscere il suo valore come una conquista collettiva.”
Il centrodestra ha definito il cantiere politico avviato con altre forze come una “presa in giro” per i valdostani. Cosa risponde?
“È facile etichettare ciò che non si comprende come una ‘presa in giro’. Ma il nostro cantiere è un’opportunità concreta per costruire un progetto condiviso e per promuovere una politica che risponda alle esigenze della nostra comunità. La Specialità valdostana, frutto della nostra storia e della nostra identità, ci offre la possibilità di essere un ponte verso l’Italia e l’Europa. Stiamo lavorando per creare un ambiente politico più inclusivo, dove le diverse sensibilità possano incontrarsi e dialogare.”
In che modo intendete lavorare insieme a forze politiche di opposto orientamento?
“Il nostro cantiere è un luogo dove si condividono idee e si costruiscono progetti. Collaboriamo con forze come Pour l’Autonomie, Rassemblement Valdôtain, La Renaissance Valdôtaine e l’associazione Evolvendo. Ogni forza politica ha le proprie sensibilità e punti di forza, e il nostro obiettivo è trovare i punti di contatto e giungere a una sintesi. Questo richiede tempo e pazienza, ma è fondamentale per elaborare soluzioni serie e fattibili. Non stiamo mettendo in discussione gli impegni assunti con la maggioranza regionale, ma stiamo preparando proposte per il futuro, promuovendo un dialogo costruttivo.”
Qual è il significato di questo “cantiere” politico per le prossime elezioni?
“Il cantiere ha preso avvio per prepararci ai prossimi appuntamenti elettorali nel 2025. Non vogliamo semplicemente aspettare, ma stiamo attivamente costruendo un programma che possa rispondere alle esigenze della nostra comunità. È fondamentale che i progetti politici maturino nel tempo, senza l’improvvisazione tipica del populismo, che non fornisce risposte concrete. Vogliamo dialogare con i cittadini, riavvicinandoli alla politica e coinvolgendoli nel processo decisionale. La disaffezione dalla politica è un problema reale, e noi intendiamo affrontarlo parlando alla testa delle persone, non alla loro pancia.”
Come rispondete a chi vi accusa di avere ‘un piede in due scarpe’?
“Non è mia abitudine commentare ciò che avviene in casa d’altri, ma credo che il centrodestra debba riflettere sulla propria coerenza. Due forze della loro coalizione hanno sostenuto il governo Draghi, mentre altre due non lo fanno. Noi invece abbiamo chiarito che i nostri ruoli in Regione restano su piani distinti. Non stiamo cercando di giocare su più fronti. Il nostro approccio è chiaro e trasparente: ci impegniamo a lavorare in modo coeso per il bene dell’autonomia, senza compromessi sull’essenza delle nostre convinzioni.”
Qual è la visione a lungo termine di Stella Alpina per l’autonomia valdostana?
“Vogliamo un’autonomia che non sia divisiva ma inclusiva. Negli anni, le forze autonomiste sono state spesso divise da personalismi, più che da reali motivazioni politiche. Ora stiamo cercando di ricomporre queste differenze, creando una sintesi che abbracci tutte le sensibilità. Credo fermamente che l’autonomia sia un mosaico in cui ogni tessera è fondamentale. Ogni forza politica ha un ruolo da svolgere e insieme possiamo costruire un progetto forte e coerente, capace di rappresentare realmente la comunità valdostana. È nella diversità delle nostre posizioni che risiede la forza dell’autonomia.”
Ci sono sfide specifiche che Stella Alpina intende affrontare nel prossimo futuro?
“Certamente. Le sfide sono molteplici: dal miglioramento dei servizi pubblici alla valorizzazione del patrimonio culturale e ambientale della Valle d’Aosta. Vogliamo anche lavorare per un’economia che integri sviluppo sostenibile e rispetto per l’ambiente, promuovendo il turismo responsabile e sostenibile. La nostra autonomia ci permette di essere pionieri in queste aree, ma è fondamentale collaborare con tutte le parti interessate per trovare soluzioni innovative. Vogliamo costruire un futuro che non solo rispetti la nostra identità, ma che la celebri e la valorizzi.”
Merci