“La sentenza della Terza Sezione Centrale di Appello della Corte dei Conti sui finanziamenti al Casinò di Saint-Vincent costituisce un precedente grave, che mina dalle fondamenta il ruolo politico di qualsivoglia eletto in un’assemblea rappresentativa, a qualsiasi livello, considerato che, per la prima volta in Italia, un giudice entra nel merito di una scelta politica adottata da un’intera maggioranza regionale, su mandato espressamente politico e peraltro supportata da pareri tecnici la cui legittimità non è mai stata contestata, né dalla Procura regionale nel giudizio di primo grado né dalla Procura generale in secondo grado”.
Il movimento politico della Stella Alpina commenta in questo modo la sentenza di condanna di 18 tra attuali ed ex amministratori pubblici regionali per il voto espresso il 23 ottobre 2014 in Consiglio regionale sulla delibera di ricapitalizzazione della società Casinò de la Vallée Spa.
“Esprimiamo piena solidarietà a coloro che, quel 23 ottobre 2014, decisero di assumersi le proprie responsabilità legate indissolubilmente al mandato elettivo che in quel momento stavano svolgendo, visto che tale operazione discendeva da una chiara scelta politica, supportata in via preventiva dai necessari pareri tecnici e condivisa da tutti i portatori di interesse coinvolti. Nel merito della sentenza, ci sarebbero molte cose da dire a partire dal fatto non secondario che la casa da gioco valdostana è ancora operativa, tra contraddizioni e omissioni, ma quello che più ci preme ora sottolineare, a nostro avviso, è l’evidente invasione di campo operata dai giudici, motivo per cui proporremo al Consiglio regionale di attivarsi anche presso il Presidente della Repubblica quale Capo dello Stato e garante della Costituzione e, dunque, anche del nostro Statuto speciale ai sensi della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 4”, aggiunge il movimento della Stella Alpina.